Disturbi Alimentari
Negli anni ‘80 si assiste a un ritorno all’edonismo e al bisogno urgente dell’autoaffermazione e della realizzazione personale. Parallelamente, in quegli stessi anni, i disturbi alimentari – nello specifico anoressia e bulimia – sono entrati a fare parte della cultura di massa e del linguaggio comune: non a caso, ovviamente.
Anoressia e bulimia rappresentano infatti dei tentativi di controllo sul cibo, attraverso l’affermazione del corpo che diventa fondamentale per l’autoefficacia e la realizzazione personale. I disturbi alimentari originano solitamente al limite dell’adolescenza, in un momento in cui il giovane avverte un senso di inadeguatezza di fronte agli impegni della vita adulta, in cui sente che è fondamentale piacere, appartenere al gruppo, attirare l’attenzione e la considerazione altrui: il ruolo dell’aspetto fisico può diventare davvero incisivo, specialmente per le donne.
Piacere agli altri attraverso il corpo diventa fondamentale per pensare di affermarsi, di essere competenti ed efficaci, di avere un valore, di combattere l’invisibilità. E’ chiaro che questo può diventare un gioco estremamente pericoloso.
La magrezza diviene lo scopo fondamentale, il biglietto da visita per essere accettati e per piacere, fino a raggiungere livelli estremi di sottopeso nell’anoressia, o a vomitare quel che si ingerisce nella bulimia (per poi abbuffarsi quando si è in preda alla fame, all’insicurezza, o in balìa di emozioni negative). Il cibo può rappresentare al tempo stesso fonte di angoscia o di consolazione.
Intervenire su questi disturbi significa –soprattutto in un primo momento – cercare di non colludere con lo scopo del dimagrimento e dell’importanza data al corpo. La fase iniziale dell’intervento è finalizzata soprattutto ad aiutare la paziente ad individuare e superare i motivi, le convinzioni e le paure che la costringono a mantenere la situazione in essere nonché all’individuazione dei paralleli fattori psicologici che contribuiscono al mantenimento del disturbo.
I disturbi alimentari possono essere classificati in:
Blogger per State of Mind
La dott.ssa collabora con il giornale delle scienze psicologiche “State of Mind“