disturbo post-traumatico da stress
DISAGIO PSICOLOGICO DA STRESS
Le Origini dello Stress
Lo stress è una risposta psicofisica a compiti anche molto diversi tra loro, di natura emotiva, cognitiva o sociale, che la persona percepisce come eccessivi.
Tra gli esseri umani, lo stress rappresenta una questione importante, che non si esaurisce in una reazione naturale ad un pericolo concreto: soprattutto nelle società occidentali moderne, può diventare un modo di vivere dannoso, portando con sé difficoltà non indifferenti.
A seguito di un’esperienza molto stressante, la persona può sviluppare un Disturbo da Stress Post Traumatico.
Come si Manifesta un disturbo post-traumatico da stress?
Il Disturbo Post-Traumatico da stress si manifesta in conseguenza di un fattore traumatico estremo, in cui la persona ha vissuto, ha assistito, o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri, come, ad esempio, aggressioni personali, disastri, guerre e combattimenti, rapimenti, torture, incidenti, malattie gravi, abusi.
Quando Intervenire?
La risposta della persona comprende paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore e l’evento traumatico viene rivissuto persistentemente con ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi. Ricordi che comprendono immagini, pensieri, o percezioni, incubi e sogni spiacevoli. Agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando, disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.
Reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico. Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, irritabilità o scoppi di collera, difficoltà a concentrarsi, ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme.
Conclusione
Quindi, dato il carattere invalidante che il disturbo può assumere, una volta riconosciuto è importante intervenire.
Lo scopo della terapia è aiutare il soggetto ad identificare e individuare i pensieri e le convinzioni negative, identificando le distorsioni cognitive e le incongruenze contenute nelle convinzioni e raggiungendo alternative di pensiero e di comportamento più funzionali e vantaggiose in relazione all’evento traumatico vissuto.
Ansia
La parola ansia e attacchi d’ansia sono entrati a fare parte della nostra quotidianità; chi di noi, del resto, potrebbe affermare di non averli mai provati ?
“Nessuno può sapere quanto rumore fa una certezza che si rompe”
Michela Murgia
L’ansia è l’espressione di ciò che dentro di noi sentiamo come vitale, importante, addirittura necessario, o urgente.
Incontrare qualcuno che ci interessa, la scadenza di un impegno, affrontare un esame, il timore di perdere chi amiamo…tutto questo, e altro ancora, può generare questo sintomo.
Di per sé non è qualcosa di negativo o di necessariamente disfunzionale. Fino a un certo livello, può aiutare a rimanere vigili, in allerta o anche ad anticipare il verificarsi di un evento futuro.
“L’ansia,fondamentalmente, è un insieme di sensazioni di disagio e di tendenze ad agire che ti rende consapevole che stanno accadendo o potrebbero accadere degli eventi spiacevoli e ti avvisano che dovresti fare qualcosa per evitarlo.” (Albert Ellis)
Quando si parla di ansia patologica, i disturbi che si possono manifestare, sono i seguenti:
Attacchi di Panico
Gli Attacchi di Panico sono periodi di paura o disagio intensi in assenza di vero pericolo, accompagnati da sintomi cognitivi o somatici. Raggiungono rapidamente l’apice e si manifestano con breve durata, solitamente non superiore ai 10 minuti.
Possono essere non associati a un fattore specifico preciso, oppure associati a contesti specifici (per es. la guida in autostrada).
I sintomi somatici che possono caratterizzare gli attacchi di panico sono: palpitazioni, tachicardia, sudorazione, tremori…. I sintomi cognitivi possono essere: derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (percepirsi come estranei da sé), paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire.
La persona può arrivare a temere di avere altri attacchi di panico, e quindi si instaura il circolo vizioso della paura della paura, ovvero dell’ ansia anticipatoria di provare nuovamente il panico (disturbo da attacchi di panico).
Il rischio è quello di reagire evitando tutte le situazioni che possono attivare gli attacchi di panico oppure affrontare le situazioni solo se accompagnati da qualcuno. Questo rischia di portare a una notevole riduzione dell’autonomia nella vita dell’individuo.
Al disturbo di panico non di rado si associa una condizione psicopatologica chiamata Agorafobia. L’agorafobia è caratterizzata dall’ansia di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali risulta difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto, se si presentasse un attacco di panico. I timori agorafobici riguardano tipicamente situazioni quali l’essere fuori casa da soli, l’essere in mezzo alla folla o in coda, l’essere su un ponte, viaggiare in automobile o con altri mezzi di trasporto (ad esempio, treni o autobus).
Blogger per State of Mind
La dott.ssa collabora con il giornale delle scienze psicologiche “State of Mind“