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ipocondria

L’ipocondria e le sue conseguenze

L’ ipocondria è un disagio legato all’idea o al timore di avere una malattia grave o addirittura mortale. I soggetti sono molto attenti a ogni piccolo cambiamento somatico e tengono costantemente sotto controllo il loro fisico, monitorandolo di continuo alla ricerca attiva della presenza di eventuali segni di patologia.

I soggetti ipocondriaci possono allarmarsi anche se leggono o sentono parlare di una malattia, oppure se vengono a sapere che qualcuno intorno a loro si è ammalato.

L’aspetto principale dell’ipocondria è che  la convinzione di avere una patologia persista nonostante le rassicurazioni mediche e i continui controlli effettuati… Il soggetto non crede assolutamente che le cause del suo malessere possano essere psicologiche e persevera nella ricerca di una causa organica, pur di fronte ai molteplici esami medici effettuati che hanno fornito esito negativo.

Il percorso di psicoterapia è possibile laddove la persona percepisca, almeno in parte, che le sue preoccupazioni siano eccessive e che siano andate a invalidare il normale funzionamento della quotidianità. L’intervento mira a individuare e modificare le credenze disfunzionali alla base del malessere.

Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

La psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC) è una disciplina scientificamente fondata che nasce orginariamente negli anni ’60 da Aaron Beck (1967).

L’orientamento cognitivo-comportamentale si basa sul principio fondamentale che le emozioni e i comportamenti delle persone siano influenzati dalla loro interpretazione degli eventi. Non è la situazione in sé a determinare direttamente come le persone si sentano o agiscano, ma piuttosto il modo in cui la interpretano. Il disagio e la sofferenza sono determinati da credenze e pensieri irrazionali e negativi su se stessi, sugli altri e sul mondo esterno, che influenzano sfavorevolmente emozioni e comportamenti, contribuendo a mantenere e rinforzare lo stato di malessere psicologico.

La persona ha pertanto un ruolo centrale nella costruzione dei propri significati, e mantiene tale centralità anche all’interno del percorso psicoterapeutico, dove è parte attiva del processo di cambiamento.

Come interagisce l’individuo

Le interazioni dell’individuo con il mondo e con le altre persone, in particolare le principali figure di accudimento nelle prime tappe evolutive, lo portano a maturare alcune credenze e convinzioni di base profonde che andranno a orientarlo all’interno delle relazioni significative durante il corso della vita.

La psicoterapia cognitivo comportamentale (TCC) va pertanto ad aiutare il paziente a far emergere tali credenze di base, solitamente molto radicate, e contemporaneamente va a focalizzarsi sul momento presente – nel qui ed ora – per andare a rilevare come queste credenze disfunzionali risultino mantenute.

Paziente e terapeuta collaborano insieme per formulare scopi e obiettivi da raggiungere, da monitorare costantemente nel corso della terapia.

Dopo l’individuazione dei pensieri irrazionali e disfunzionali , si arriva alla condivisione di nuovi significati e a sviluppare modalità di pensiero alternative più adattive ed efficaci per il raggiungimento dei propri scopi e del proprio benessere.

Le principali aree di intervento della terapia cognitivo-comportamentale sono: ansia, disturbi d’ansia (attacchi di panico, fobie, disturbo d’ansia generalizzato, ossessioni e compulsioni), depressione , depressione post-partum, disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, binge eating, obesità), disturbi di personalità, disturbi sessuali, ipocondria, disturbi psicosomatici, eventi esistenziali critici (malattia, lutto, abbandono, ecc.), dipendenza affettiva, da sostanze e da gioco.

state of mind

Blogger per State of Mind

La dott.ssa collabora con il giornale delle scienze psicologiche “State of Mind

Psicoterapia Individuale

“E” la nostra luce, non la nostra ombra,
quella che ci spaventa di più” (N. Mandela)

All’interno di un percorso di psicoterapia individuale, il terapeuta ha il compito di favorire nel singolo un processo di autoconsapevolezza. Fungendo da “specchio” all’altrui sofferenza, tollerandone la relativa intensità attraverso accoglienza ed empatia e mantenendo allo stesso tempo la “giusta distanza”.

Dalla consapevolezza, la persona può arrivare progressivamente a raggiungere una maggiore fiducia nelle proprie risorse e a sviluppare una graduale autonomia, riconoscendosi come parte attiva del processo di cambiamento.

La relazione che si viene a instaurare tra paziente e terapeuta, segna i passaggi fondamentali del percorso. Tale relazione rappresenta l’incontro tra due persone libere e responsabili, all’interno di uno spazio di accoglienza e di ascolto.

Attraverso una relazione di psicoterapia individuale  autentica e di cura, si accompagna la persona – entità unica e irripetibile – al cambiamento e alla ricerca condivisa di nuovi significati.

Il terapeuta si impegna durante il tragitto a costruire una relazione positiva incoraggiando e supportando il paziente. Evitando di assumersi le responsabilità dell’altro e stimolando il cambiamento anche a livello interpersonale.

La capacità dello psicoterapeuta di sapere ascoltare e accogliere i messaggi verbali e non verbali che la persona gli invia. Crea una dimensione emotivo-affettiva della relazione terapeutica che porta il paziente a comprendere che il terapeuta è con lui.

Si viene a creare una “danza interattiva”, in cui lo psicoterapeuta ha la funzione di stare all’ascolto dei tempi dell’altro, attraverso la modulazione degli interventi all’interno della diade. E’ attraverso la sintonia dell’ interazione che il paziente può arrivare a costruire un rapporto di fiducia e comprensione con il terapeuta, elementi fondamentali per il processo di cambiamento.

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